L’espressione leadership femminile può voler dire molte cose. Per me significa il tipo di leadership in cui le donne si riconoscono e a cui aspirano.
Infatti, anche se dovrebbe essere di genere neutro, la leadership è ancora oggi fortemente connotata «al maschile», sia per la predominanza degli uomini in posizioni di comando, sia perché le caratteristiche che le vengono associate sono quelle considerate tipicamente maschili.
Il problema è che il modello di leadership maschile raramente ci attira e ci energizza, al punto che, pur di non aderirvi, molte di noi si auto-escludono dalla corsa. In tante vorremmo continuare a essere donne anche quando siamo leader.
Non è una richiesta irragionevole, ma chi non si conforma al modello predominante e maschile, fa fatica a trovare una valida alternativa. Forse ci sono ancora troppe poche donne leader e mancano i role model. Forse molte donne leader, strette tra compromessi e rinunce, non hanno creato un modello di leadership tanto diverso dall’esistente.
Il modello di leadership femminile che ho chiamato LeadershipD è un tipo di leadership in cui noi donne ci riconosciamo.
Non è ancora venuto completamente alla luce, lo dobbiamo far nascere insieme, aiutandoci tra generazioni e professioni diverse, tirando fuori quella capacità di collaborare che, quando lo vogliamo, è una potenza inarrestabile.
Per ora possiamo dire che la LeadershipD ha queste caratteristiche:
Non si fa ingabbiare nello stereotipo maschile (ma nemmeno crea gabbie alternative), ha il coraggio di essere se stessa.
Valorizza le differenze (non solo di genere) anziché tentare di appianarle o nasconderle.
È consapevole delle proprie caratteristiche, molte delle quali sono particolarmente apprezzate nei leader nel nuovo millennio (es. capacità di ascoltare, collaborare, motivare e mostrare empatia).
È sicura del valore che può portare nelle organizzazioni, nelle professioni, nel governo e nell’amministrazione della cosa pubblica come nella vita di tutti i giorni.