Il Talento delle Donne – Segreto N.9 – Le donne fanno più fatica ad essere assertive

Il Talento delle Donne – Segreto N.9 – Le donne fanno più fatica ad essere assertive

Fatto. Essere assertivi significa farsi valere senza per questo calpestare i diritti degli altri. Chi è assertivo riesce a esprimere le proprie opinioni, i propri bisogni, le proprie preferenze senza timori, esitazioni o sensi di colpa. Un tratto caratteristico dell’essere assertivi è la capacità di dire di no quando si vuole dire di no. Questo tipo di comportamenti, in particolare dire di no, risultano più difficili per le donne.

Diffidate delle prime spiegazioni che vengono in mente (non sono necessariamente quelle giuste).  Si potrebbe pensare che alle donne piaccia sacrificare i propri interessi, dare la precedenza alle preferenze altrui e fare il lavoro degli altri (per non essere state capaci di dire di no). Difficile però pensare che questa tendenza masochistica sia largamente diffusa nel genere femminile. Ci deve essere un’altra spiegazione.

Realtà. Quattro cause principali:

  • Lo stereotipo femminile altruista, accuditivo, cioè interessato al bene degli altri più che al proprio, rende difficile alle donne agire comportamenti assertivi e, soprattutto, dire di no alle richieste di aiuto, supporto, comprensione, ecc. Anche se riconoscono che queste richieste non sono motivate, dire di no appare a molte donne quasi come il venire meno al proprio ruolo sociale. Purtroppo però quando aiutiamo gli altri per doverismo e non per convinzione, rischiamo di diventare frustrate e rancorose. Il problema ancora maggiore è che, facendo tutto per tutti, ci si sfinisce e si esauriscono energie che si potrebbero spendere per dare contributi più utili all’organizzazione e alla propria carriera
  • Le donne tengono di più alle relazioni personali e sviluppano il senso di interdipendenza con gli altri in modo maggiore degli uomini. Questo rende difficile esprimere disaccordo, difendere i propri diritti e chiedere con fermezza ciò che si vuole per il timore di dispiacere o offendere.
  • Alcune donne temono di diventare o essere percepite come aggressive. In altre parole, temono che, sbagliando “il dosaggio” dell’assertività, questa si trasformi in aggressività. In verità assertività e aggressività sono comportamenti ben distinti. Ovviamente bisogna esercitarsi per agire al meglio un comportamento (non si nasce imparati).
  • Alcune donne temono risuiltare meno gradite se sono assertive (in particolare se iniziano a dire no). E’ vero che l’assertività potrebbe non essere gradita a tutti (in particolare da chi traeva beneficio dal comportamento passivo), ma questo va drammatizzato (non è possibile piacere a tutti). Inoltre, spesso l’assertività è  apprezzata.

Cosa si può fare. Chi vuole aiutare i talenti femminili a esprimere assertività dovrebbe:

  • Chiarire a tutti che se in un’organizzazione una categoria di soggetti fa più fatica a dire di no, quella categoria finirà per svolgere più lavoro di quello che dovrebbe e, di conseguenza, difficilmente riuscirà a emergere e esprimere il proprio pieno potenziale. Dal punto di vista dell’organizzazione, questa distorsione porta a una perdita di talento e quindi va combattuta.
  • Conoscere le dinamiche che rendono le donne meno assertive e aiutarle a superarle incoraggiandole ad agire comportamenti assertivi.
  • Dando feedback sui comportamenti assertivi che le donne agiscono in modo che possano aggiustare il tiro e trovare il loro “tone of voice” nell’essere assertive..
  • Non cadere nella trappola di pensare che la scarsa assertività di alcune donne sia indicativa della loro mancanza di leadership.
  • Non cadere nella trappola di ritenere che, dato che alcune donne sono assertive, evidentemente non si necessario fare coaching sull’assertività alle altre. Lasciar fare alla natura è un approccio un pò primitivo in queste questioni e porta a uno spreco di talento.

Dopo quasi 15 anni che parlo quasi esclusivamente con le donne per far avanzare la leadership femminile, quest’anno voglio rivolgermi anche agli uomini.