Il Talento delle Donne – Come far diventare un uomo femminista
Uno dei “rischi da ultimo miglio” delle battaglie per l’inclusione è che non si riesca ad ottenere il supporto generalizzato necessario a cambiare la cultura. Come ottenere l’indispensabile supporto da parte degli uomini, cioè dall’altra metà della popolazione, nella battaglia per la parità dei generi?
Partiamo dagli errori da evitare. Sono azioni e comportamenti che non solo non rendono gli uomini alleati, ma addirittura creano resistenze e malintesi:
- Attribuire agli uomini scarso desiderio di vedere avanzare l’equità di genere. Questo atteggiamento equivale ad applicare uno stereotipo, per di più vecchio. Bisogna verificare come stanno le cose parlandone apertamente con loro. Vi sono molti uomini ormai favorevoli alla parità di genere, anche se magari non prendono apertamente posizione.
- Interpretare il silenzio degli uomini a favore dell’equità di genere come una conferma del loro scarso desiderio di vederla realizzata. Molti uomini, pur credendo nell’equità di genere, non sanno come agirla nel quotidiano (per dire come questo non sia affatto tengo da tempo corsi su come tradurre convinzioni inclusive in comportamenti inclusivi senza che queste finiscano lost in translation e su come diventare champion dell’inclusione).
- Non includere gli uomini nelle iniziative a favore della parità di genere dando per scontato che non siano interessati. Stesso discorso del punto 1. Vale la pena di verificare caso per caso.
- Non rendersi conto che anche gli uomini sono vittime degli stereotipi. Certamente nella situazione attuale sono ancora favoriti, ma lo stereotipo maschile del successo, della conquista, delle emozioni controllate può essere spietato nell’imporre un modello in cui non tutti si identificano. Inoltre, ci sono molti altri stereotipi che uomini e donne subiscono (es. età). E’ importante capire che la maggior parte degli uomini ha sperimentato l’effetto nocivo degli stereotipi sulla propria pelle, anche se magari non sa dare un nome al fenomeno o non usa la propria esperienza per comprendere meglio la situazione femminile.
- Fare “shaming e blaming” degli uomini che commettono errori-di-mancata-inclusione o cadono negli stereotipi di genere. Certamente bisogna dare feedback chiaro e tempestivo, sarebbe sbagliato lasciar correre, ma la gogna pubblica è da riservare solo ai casi estremi. Il beneficio del dubbio (che la persona non si sia resa conto) dovrebbe essere concesso (con l’eccezione dei recidivi).
Ed ecco le cose, a mio parere, da fare. In essenza, sono le stesse che si chiedono a chiunque voglia essere inclusivo:
- Dovremmo tutte diventare mentor degli uomini bene intenzionati o, per lo meno, dedicare tempo a dare feedback costruttivo quando fanno un passo falso. Serve ad aiutarli a sviluppare maggiore consapevolezza e anche per mostrare loro come ci possono supportare.
- Dovremmo essere instancabili nel coinvolgerli come champion delle nostre iniziative. Magari sarà necessario insistere un pò per rompere la barriera della consuetudine e dell’imbarazzo, ma se li facciamo sentire accolti e non giudicati credo che parecchi accetterebbero.
- Arruolare come ambasciatori dell’equità di genere gli uomini che hanno già sposato la causa. Giusto o sbagliato che sia, tutti tendiamo ad ascoltare di più chi è simile a noi e il genere definisce fortemente le nostre identità. Per convincere un uomo ad appoggiare le donne, probabilmente ha più chances un uomo. Questo fa sì che gli uomini di ogni età e tipo sono potenzialmente i nostri alleati più preziosi.
Dopo quasi 15 anni che parlo quasi esclusivamente con le donne di questi temi, ho riconosciuto un mio pregiudizio inconscio che è anche un errore strategico. Per recuperare il tempo perdito dedicherò al coinvolgimento degli uomini altri post ei mi rivolgerò direttamente a loro.