Il Talento delle Donne – Consiglio N. 19 – La performance lavorativa è come un pesce

Il Talento delle Donne – Consiglio N. 19 – La performance lavorativa è come un pesce

Con la parola performance si intende il risultato ottenuto svolgendo i compiti e perseguendo gli obiettivi previsti dal propio ruolo. Detto così sembra facile stabilire se una persona ha avuto una performance mediocre, buona, o eccellente. La realtà è più intricata per alcune ragioni.

1. La performance oggettiva e quella percepita non sempre coincidono. La performance è oggettiva (misurabile in termini di risultati) ma anche percepita (come i risultati sono interpretati alla luce
del contesto esterno e interno dell’organizzazione). Nella realtà lavorativa, non necessariamente le due performance coincidono e potrebbero addirittura avere segno diverso. La più forte delle due, nella mia esperienza, è quella percepita, che può sovrascrivere l’altra. Se questo vi fa arrabbiare, continuate a leggere perché così potete arrabbiarvi fino in fondo.
2. La performance lavorativa è multiforme. A scuola la prestazione si misurava attraverso i voti o i giudizi, mentre nel lavoro è multiforme: contano i risultati ma anche come ti poni, come parli di te stessa, a quali reti appartieni e molti altri elementi. Nel mondo del lavoro, svolgere bene il compito assegnato e raggiungere l’obiettivo è solo uno degli elementi che finiscono per determinare come è percepita la nostra performance.  I pesi dei vari elementi nel determinare la performance finale a volte sono tenuti più segreti della formula della Coca-cola.
3. La performance lavorativa va comunicata. A scuola la performance era facile da comunicare, catturata da un numero. Nel contesto lavorativo, proprio perché la ricchezza di informazioni sulla performance è maggiore e soggetta a interpretazione, bisogna raccontarla. Questo implica anzitutto che bisogna avere elaborato una narrazione della propria performance e, in secondo luogo, che bisogna raccontarla e farla raccontare da altri (vi aiuterà in questo il vostro network, al quale dedicheremo un post successivo). Non si tratta di raccontare favole (anche se qualcuno lo fa, non lo consiglio) ma di scegliere una comunicazione coerente che, in forma di storia (gli esseri umani ricordano le storie), metta in luce quello che ci interessa (il vostro profilo migliore, diciamo così). Questa comunicazione  presuppone di avere prima ragionato sull’effetto che si vuole produrre e su come i riceventi interpreteranno le informazioni ricevute.

In conclusione, la performance è muta come un pesce. Ma, a differenza del pesce, potete darle la parola voi stesse e tramite le vostre reti e i vostri apostoli. Prima di farlo però, meglio porsi delle domande per evitare che il pesce parli a sproposito.

I consigli che darò ogni martedì sono tratti dal mio libro Il Talento delle Donne, un manuale pratico per donne che vogliono avere successo nelle organizzazioni senza rinunciare alla propria identità personale e femminile. Chi è interessato alle carriere femminili e alla leadership femminile trova molti altri spunti di riflessione sul sito: Leadershipfemminile.com