Il fallimento che aiuta a trovare se stessi
In un discorso ai laureati di Harvard di qualche tempo fa Jane K. Rowling (autrice di Harry Potter) affronta un argomento che lei stessa definisce “paradossale” per l’occasione e il luogo: il fallimento. Ora, chi si laurea da quell’università celebra un successo e viene da storie familiari di successo oppure nella cabala dei geni si è beccato una buona dotazione di intelligenza. Insomma, l’insuccesso non sembrerebbe esattamente di casa nell’ateneo più prestigioso del mondo. In molti le hanno detto/mandato a dire di farsi un giro nelle città colpite dalla crisi dell’industria automobilistica dove il suo discorso avrebbe avuto più pertinenza.
Non sono d’accordo. Credo che incoraggiare le persone a fallire ogni tanto sia importante perché la paura del fallimento è una camicia di forza. Lo hanno detto in molti, tra cui Arianna Huffington (si veda il post Fallire per avere successo), affermando che, se si vive troppo cautamente, non si combina niente. Successo e fallimento sono due facce della stessa medaglia. Meglio rischiare dunque, uscire dalla comfort zone, provare cose nuove, commettere errori. Un concetto che non viene inculcato alle bambine e che si traduce, successivamente, in una paura e vergogna del fallimento superiore a quella degli uomini che mina la leadership femminile nelle fondamenta. Perché fallimento e leadership vanno a braccetto: non si diventa leader senza fallire.
Ma Rowling aggiunge a tutto questo una prospettiva interessante: una rivalutazione del fallimento come momento di “eliminazione di ciò che non è essenziale” . Rowling racconta che grazie al fallimento (era senza lavoro, senza soldi e nessuno voleva pubblicare i suoi libri) ha “smesso di fingere con se stessa di essere diversa da quello che era veramente” e ha “iniziato a dirigere tutta la propria energia nel finire l’unico lavoro che per lei contasse veramente“. In pratica, afferma che se avesse avuto successo in altre cose, non avrebbe trovato la determinazione di buttarsi con tutte le sue forze in ciò in cui credeva. Il fallimento può essere una benedizione (a blessing in disguise direbbero gli inglesi).
Insomma, scegliete la vostra motivazione, ma cercate di fallire ogni tanto. Come diceva Kipling nella famosa poesia “Se“, bisogna “saper perdere, e ricominciare di nuovo dal principio” per essere un vero uomo (e una vera donna, aggiungo io).