Cosa fanno di diverso le migliori networker
Esiste un’ampia letteratura sul networking al femminile ed è abbastanza sconfortante per il nostro genere. Il problema non è solo che abbiamo poco tempo (a causa dei doppi e tripli carichi domestici e familiari) e accesso limitato alle reti a maggior potenziale (a causa dell’omofilia che porta le reti di potere, quasi tutte maschili, a cooptare più volentieri uomini), ma anche che, in generale, tendiamo a preferire reti più ristrette e profonde rispetto a quelle degli uomini. Insomma, oltre ai problemi che ci creano gli altri, ce ne mettiamo un pò del nostro. Il risultato finale è che per noi raramente la rete professionale è un trampolino, un grimaldello e un megafono per far conoscere le nostre capacità. Questo potrebbe essere il fattore limitante N.1 delle nostre carriere, quindi restate sintonizzate.
Cosa facessero di diverso le poche che riuscivano a costruire reti potenti e farne il loro punto di forza distintivo, fino ad ora non si sapeva. Un recentissimo articolo della HBR (The Secrets of Successful Female Networkers) svela il mistero o, almeno, da un contributo importante. L’articolo rivela i risultati di uno studio che ha coinvolto 16,500 uomini e donne in più di 30 organizzazioni ed è durato 15 anni. Ecco le quattro differenze che fanno la differenza:
- Efficienza. La tendenza femminile (incoraggiata dal ns stereotipo di genere accuditivo e altruista) è di costruire relazioni su base non opportunistica e dedicare tempo a tutti quelli che ce lo chiedono. Le migliori networker sono più strategiche e selettive nell’impiego del loro net-working time. Mia opinione: L’atteggiamento, lo ammetto, non suscita simpatia, però riconosce una scomoda verità: ogni sì che diciamo a qualcosa, dobbiamo dire no a qualcos’altro. Senza suggerire di agire solo per opportunità, mi sento di consigliare però di non lasciar decidere agli altri l’impiego del nostro tempo, che non è infinito, come non lo sono le nostre energie. Usare le proprie risorse con efficienza è una indicazione sensata e, se portato all’estremo è contro la vostra natura, almeno fate un pò e un pò, allocando tempo (e dedicandolo) alle relazioni funzionali ai vostri obiettivi (dopo aver riflettuto su quali siano).
- Fluidità. Frequentare sempre le stesse persone “approfondendo” la relazione è una tendenza femminile. Il rischio però è il provincialismo mentale e l’accesso limitato alle opportunità al di fuori della propria piccola rete. Mia opinione: Il suggerimento da prendere in considerazione non è di eliminare le vecchie frequentazioni, ma di assicurarsi di non dedicare tutto il tempo a quelle, per esempio allocando una percentuale di tempo alle nuove e facendo revisioni/audit periodici del proprio network domandandosi se sia funzionale agli obiettivi professionali che ci si è poste. Spesso il risultato dell’analisi è che manca o è debole qualcosa.
- Non-confinamento. Le migliori networker hanno reti che abbracciano geografie, settori e funzioni differenti. In altre parole: una buona rete, per essere tale, non basta che sia ampia, deve essere anche Mia opinione: Qui torniamo a un punto già coperto in molti post, cioè quello di uscire dalla propria comfort zone e prendere qualche rischio in più. Il consiglio, senza se e senza ma, in questo caso, è sconfinare sempre.
- Energia positiva. Le persone che si vogliono porre al centro di reti di altre persone devono emanare energia positiva. Mia opinione: questa non va confusa con iper-attività e finta energia, che anzi stancano e stufano. La vera energia positiva è nel far succedere le cose, nello stimolare discussioni intelligenti e anche nel trattare le persone con attenzione, gentilezza, interesse. Il vero e unico test di questa dimensione è chiedersi se le persone si sentano “ricaricate” dalla vostra presenza.