Il Talento delle Donne – Consiglio N. 29 – Chiedere aiuto
Dopo aver pubblicato il post sulle polpette avvelenate ho ricevuto una valanga di messaggi privati di donne che si rendevano conto di averne mangiate recentemente qualcuna e mi chiedevano, con urgenza, l’antidoto. Purtroppo, sorelle, non ce l’ho, però vorrei rassicurarvi perché, pur facendo meno bene della dieta mediterranea e del cavolo riccio (kale), le polpette avvelenate non uccidono (in senso letterale) e, in alcuni casi, addirittura fortificano (se si impara la lezione).
Ho però fatto una riflessione: una delle ragioni per cui mangiamo le polpette avvelenate è che non chiediamo abbastanza aiuto prima, cioè nel momento in cui bisogna informarsi, negoziare le proprie richieste e decidere. E nemmeno siamo così propense a farci aiutare quando si tratta di farci sponsorizzare. Gli uomini hanno maggiore naturalezza (quasi sfacciataggine) nel chiedere il supporto (e chiedono ad ambo i generi). Perché le donne nel mondo professionale esitano a chiedere aiuto e sostegno?
- Anzitutto per prendere le distanze dallo stereotipo femminile bisognoso che, in genere, detestiamo. Errore: si possono prendere le distanze senza andare all’altro estremo del continuo. Chiedere aiuto a ogni piè sospinto non va bene, ma non chiederlo mai è fanatismo.
- Per dimostrare che siamo indipendenti. Errore: essere indipendenti non vuol dire dimenticare di essere interdipendenti. Tutti abbiamo bisogno di tutti.
- Perchè noi siamo quelle che aiutano, non quelle che si fanno aiutare. Errore: questo è proprio lo stereotipo femminile di altruismo oltranzista. Se praticato continuamente, porta ad avere rancore e a perdere il buonumore.
- Perché crediamo di non averne bisogno perché la nostra bravura ci assisterà e parlerà per noi. Errore: ingenuità (talvolta un pò di presunzione).
Noi donne sappiamo come chiedere: siamo in genere ottime fund raiser e negoziatrici quando lo facciamo per gli altri. Il problema è quindi nei blocchi.
Non chiedere aiuto può essere una scelta individuale e nessuno ha il diritto di dirvi di non farlo (mettervi in guardia, invece, si può), però attenzione a trasmettere questa mentalità alle più giovani (figlie, protegées, colleghe e amiche che potrebbero essere figlie) perché non è la più funzionale a navigare le acque organizzative evitando turbolenze e insidie. Un insegnamento più utile aalle giovani sarebbe spiegare che carriera e successo nel mondo professionale sono una co-produzione con altri, non un’esibizione solista.
I consigli che darò ogni martedì sono tratti dal mio libro Il Talento delle Donne, un manuale pratico per donne che vogliono avere successo nelle organizzazioni senza rinunciare alla propria identità personale e femminile. Chi è interessato alle carriere femminili e alla leadership femminile trova molti altri spunti di riflessione sul sito: Leadershipfemminile.com